Il ruolo dell’educazione ai tempi del web 4.0. L’apporto della media education per una cittadinanza attiva

Contenuto principale dell'articolo

Alberto Fornasari

Abstract

Nel mondo contemporaneo può accadere di pensare che le ambiguità e le manipolazioni che presiedono alla formazione di un’opinione collettiva nelle nostre società democratiche si siano determinate solo di recente, e solo in funzione delle ultime innovazioni tecnologiche. Non è esattamente così. La questione della formazione di un’opinione pubblica – che certo si è fatta più complessa e intricata nel mondo globalizzato di internet – ha origini ben più lontane. È infatti dagli inizi del XX secolo che un nuovo concetto, quello della «democrazia dello spettatore» si fa avanti, ovvero, “si assiste a una rivoluzione nell’arte della democrazia che può essere usata per costruire il consenso sfruttando le moderne tecniche della propaganda” (Lippmann, 1922). “Il ruolo dei media nella società e nella politica contemporanea, ci obbliga quindi a chiederci in quale tipo di mondo e di società vogliamo vivere e in particolare in quali termini vogliamo che la nostra società sia democratica” (Chomsky, 1994). Una società può infatti essere definita democratica se l’opinione pubblica ha i mezzi per partecipare in modo attivo alla gestione dei propri interessi, e i mezzi d’informazione sono aperti e liberi. Tutto questo si è realizzato? Con l’avvento poi della televisione (Eco, 2001) e oggi dei nuovi media (Rete, social network) quale scenario si prospetta per la formazione dei cittadini? Dove si pone il confine tra condizionamento e libertà di pensiero e di scelta?  Quale ruolo ha l’educazione nella sua tripartizione: educazione con i media, ai media, per i media (Rivoltella, 2015)? Si può andare oltre una visione contrassegnata dal bipolarismo «apocalittici» versus «integrati» (Eco, 2001)?  L’articolo muovendo dal quadro teorico esplicitato affronta il tema complesso di come l’educazione, in particolare la media education, illustrando i suoi più recenti orientamenti (dalla social network analysis – SNA, alla sentiment analysis) possa aiutare i soggetti in formazione a esercitare un pensiero critico rispetto all’overload di informazioni recepite, a gestire e controllare le fonti e a esercitare un consapevole ruolo di cittadinanza attiva (Censis, 2016).

Dettagli dell'articolo

Sezione
Saggi

Articoli simili

<< < 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 > >> 

Puoi anche Iniziare una ricerca avanzata di similarità per questo articolo.