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Non è possibile ignorare l’importanza della funzione che, nella società contemporanea, riveste la divulgazione scientifica. Negli ultimi anni tale prassi, dall’alto valore educativo, formativo e istruttivo, ha cambiato media e volto in maniera impressionante, ricorrendo, con sempre maggior efficacia, agli strumenti informatici, sempre più utilizzati, soprattutto dai giovani e giovanissimi, per “darsi (più che farsi) un’idea” del mondo che li circonda.

L’incremento del flusso informativo ha naturalmente moltiplicato rischi e opportunità intrinseche alla divulgazione scientifica, riproponendo problemi antichi che sollecitano la pedagogia a promuovere un habitus critico e problematizzante sia rispetto alla fruizione dei contenuti divulgati sia alla produzione degli stessi per il vasto pubblico di utenti.

Quali le fonti? quanto attendibili? quale il livello di accesso ai dati? quale la cornice interpretativa in cui sono letti? quali le capacità dei soggetti di distinguere la divulgazione dalla scienza, l’informazione corretta da una fake?

Una divulgazione senza “testa” pedagogica, che non tenga conto del compito critico ed emancipativo cui deve assolvere un sapere non banalizzato, rischia di favorire un saldo alibi all’ignoranza e alla giustificazione delle peggiori posture arcaicizzanti, omologanti e prive di autonomia e coscienza riflessiva, foriere di saperi folcloristici e di senso comune.

Diversamente, quando spinge alla verifica, alla documentazione, all’argomentazione, all’impegno, la divulgazione con una “testa” pedagogica diviene strumento utile a sostenere la pratica di una sapienzialità democratizzante, che avvicina i soggetti alla scienza e promuove curiosità, indagine, senso.

In tale direzione, la divulgazione scientifica può essere intesa, con uno sguardo squisitamente pedagogico, come ponte tra il non sapere e il sapere, insufficiente in sé ma viatico per poter acquisire strumenti intellettuali ed esperienziali idonei a prendere posizione responsabilmente nel e per il mondo.

Ricordando anche la rivoluzione democratica della divulgazione scientifica interpretata paradigmaticamente da vecchi e nuovi maestri ed esperti  − tra gli altri da Alberto Manzi, Piero Angela, Philippe Daverio, Barbascura X, Ilenia Zodiaco − la call di MeTis invita la comunità pedagogica a riflettere sulle responsabilità, sulle opportunità e sui limiti che caratterizzano la divulgazione scientifica, in particolare sul come essa agisce e può agire in chiave educativa e trasformativa sulla promozione di stili intellettuali, emotivi e comunicativi di uomini e donne della contemporaneità, analizzandone e criticandone forme e modelli, ricostruendone storie e personaggi paradigmatici, valutandone effetti ed efficacia rispetto all’evoluzione, sempre più complessa, del mondo attuale e futuro.

 

Scadenze:

Presentazione abstract (solo all’indirizzo mail metis@progedit.com): 15 Maggio 2023

Sottomissione proposte (solo attraverso piattaforma OJS della Rivista): 15 Ottobre 2023

Pubblicazione: Dicembre 2023