Taking care of sentiments. A reflection on disoriented parents and juvenile discomfort

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Alessandra Altamura

Abstract

La famiglia, sin dai primordi della vita, rappresenta il luogo in cui la persona nasce; il punto di partenza per la propria collocazione nel mondo; lo spazio fisico e umano in cui ha luogo il processo di coscientizzazione dell’individuo; la base su cui poggia l’intero edificio sociale (Freire, 1968/2011; Pati, 2014; Rossi, 2015). Da sempre origine e fulcro della vita di ciascuno/a, l’istituto familiare ha iniziato, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, un lungo e articolato processo di morfogenesi, esito di una serie di eventi sociali, storici e culturali – che hanno inciso profondamente sul suo essere – e, a sua volta, artefice di profonde trasformazioni: valoriali e relazionali.


Nella società dell’incertezza sembra non esserci più posto per la stabilità, per la durata, per il tempo lento e dilatato (Bauman, 1999/2014; Galli, 2007); viene a mancare il tempo da dedicare all’educazione dei/delle figli/e e, più in generale, alla cura delle relazioni.


In questa situazione di fragilità dei legami affettivi (Bauman, 2003), si assiste anche a una profonda crisi dei sentimenti sociali e, dunque, al bisogno, insito in ogni uomo e in ogni donna, di compartecipazione emotiva con l’altro da sé.


I numerosi episodi di cronaca, contrassegnati frequentemente da azioni di violenza inaudita e da fenomeni di anomia, sino ad arrivare a forme più importanti di rifiuto della vita, rappresentano, da un lato, il grido, tormentato e inquieto, di una generazione perennemente in ansia, forse in fuga dall’esistenza di cui è protagonista e, dall’altro, denunciano l’assenza – sempre più evidente – di un’educazione sentimentale, capace di colmare il vuoto relazionale e sentimentale sperimentato dai più giovani.


A essere chiamati in causa sono, allora, principalmente gli adulti (Loiodice, 2019; Lopez, 2014) e, in particolare, i genitori che, per primi, a loro volta, si trovano a vivere situazioni di forte spaesamento, scaturito, soprattutto, dall’assenza di modelli di riferimento ritenuti validi e dal desiderio di cercare e scoprire nuove forme dell’essere padri e madri.


Il contributo, dunque, intende riflettere, da un lato, sulla necessità, per i padri e le madri di oggi, di impegnarsi per la messa a fuoco di una genitorialità competente, riflessiva, capace di proporre coordinate valoriali chiare per i figli di cui è responsabile; e dall’altro, sull’urgenza, per i figli e le figlie, di ricevere un’educazione dei e ai sentimenti per imparare a riconoscere, nominare e narrare il proprio vissuto emotivo ed evitare derive annientatrici (del sé e dell’altro/a).

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Sezione
ExOrdium