The body between extractivism and hybridation

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Donatella Donato
Carlos Ramón Olano

Abstract

La narrazione del e sul corpo ci parla di noi stessi, delle nostre ferite e delle cicatrici con cui dobbiamo fare i conti. Attraverso il corpo comunichiamo esistenza, aspirazioni, sogni, desideri espliciti o nascosti. Il nostro corpo è segnato come la nostra esistenza e non c'è mai un modo giusto di essere, di possedere, di indossare, di avere e di mostrare. Il ventre deve essere appiattito e negato, arrotondato solo nella procreazione. Il petto gonfio di muscoli e steroidi, di silicone o di push-up, le gambe affilate, lunghe, sexy e ogni grammo di cellulite sono una sfida allo sguardo degli altri. Quando ci percepiamo veramente nel corpo che possediamo, è perché siamo finalmente in grado di affrontare queste lacerazioni, una per una, con calma e insieme. Il corpo viene così studiato da un punto di vista antropologico, autoetnografico, biologico e fenomenologico, per tracciare la sua delicata natura e le relazioni tra interno ed esterno, privato e pubblico, soggetto e oggetto. Il corpo ci viene presentato come il punto di ancoraggio del nostro rapporto con il mondo, con gli altri, con noi stessi, costituendo un serbatoio di rappresentazioni.


In questo articolo, attraverso la testimonianza di due storie di vita, vogliamo riflettere sulla possibile interazione tra due concetti: estrattivismo e ibridazione. Entrambi funzionano come dispositivi che si materializzano nei corpi, producendo soggettività e identità caratterizzate da una pluralità di segni e sintomi, input e informazioni. Nel processo di estrattivismo non vediamo il corpo per quello che è ma per quello che potrebbe essere, ricavando tutte quelle risorse funzionali ai precisi canoni di bellezza, forza, armonia, sensualità imposti dalla società. Nel processo di ibridazione immaginiamo un corpo diverso da quello che abbiamo, non per farne esperienza ma per usarlo. Il corpo è qui e là, contemporaneamente in uno stato di ubiquità mediatica e nella creazione di nuove percezioni in relazione al contesto.

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Good Practices