Corpi al tempo del postumano. L'educazione delle macchine nuova frontiera della pedagogia?

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Martina De Castro
Umberto Zona

Abstract

Il corpo, nel suo incessante processo di mutazione, riflette la complessità delle dinamiche che oggi concorrono a definire il concetto di identità, non più circoscrivibile nella logica binaria fondata sulle varianti di sesso e genere ma destinato ad assumere una dimensione fluida e poliforme. Pur se con difficoltà, la cultura occidentale inizia a recepire questo mutamento di orizzonte, che ha evidenti ripercussioni sul piano dei comportamenti sociali, dei rapporti e delle relazioni umane, mentre riserva scarsissima attenzione alle trasformazioni tecnologiche del corpo, avviato a emanciparsi dalle catene della carne e a ibridarsi sempre più profondamente con le macchine. Eppure i cyborg, attraverso una intricata rete di innesti, protesi meccaniche e elettroniche, sono da tempo fra noi mentre, grazie ai progressi continui registrati nel campo dell’intelligenza artificiale e dei nuovi materiali, gli androidi rappresentano ormai il futuro prossimo della condizione postumana. Il saggio si prefigge di analizzare gli sviluppi dell’interazione uomo/macchina riflettendo in particolare sulle sue ripercussioni nel campo dell’identità e sugli interrogativi etici e filosofici che essa introduce. L’educazione delle macchine è dunque la nuova frontiera della pedagogia?

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Sezione
ExOrdium