"Per fare la pace...ci vuole un fiore". Educare alla giustizia climatica per lo sviluppo sostenibile
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Abstract
Il riscaldamento del Mediterraneo, l’emergenza climatica, i processi migratori su base ambientale saranno le principali emergenze dei prossimi anni. La fruibilità del capitale naturale, sempre più rado e raro, sarà all’origine di conflitti, più o meno armati, tra popoli che hanno conosciuto poco la guerra perché cresciuti in quei Paesi ad alto reddito che hanno allargato la forbice sociale generando il paradosso delle diseguaglianze.
L’ambiente, inteso egoisticamente come risorsa ancor prima che generativamente come casa comune, diviene sempre più una questione di giustizia, di opportunità, di capacitazione, di diritti umani, elemento di pace positiva o di contrasto aspro e violento.
Partendo dal concetto di Antropocene e da una breve analisi del cambiamento climatico, il saggio si concentra innanzitutto sulla questione della giustizia climatica, per poi evidenziare la scarsa attenzione che viene prestata ad essa nei processi di educazione formale. Si sottolinea, poi, che tale mancanza rende l’educazione ambientale e l’educazione allo sviluppo sostenibile, seppur diffuse, meno efficaci di quanto si vorrebbe. L’articolo si chiude con una riflessione pedagogica sul motivo per cui il recupero di dimensioni come la giustizia, l’equità e il contenimento delle disuguaglianze all’interno dei processi educativi, attuati con l’approccio dell’educazione alla cittadinanza globale, rende tali approcci più capaci di costruire pace, sostenibilità e futuro.