La rottura dell’ovvio. Interpretare i discorsi di odio su basi riflessive schütziane
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Abstract
L’attore sociale si definisce attraverso l’uso del linguaggio, crea per così dire porzioni di mondo in cui riconoscersi e agire, le paro-le non sono etichette o contenitori vuoti, ma definiscono, denotano i rapporti con gli altri. Esiste una dinamicità tra l’uso del linguaggio e la società, sia nel senso dell’azione della società e dei fatti sociali sulla lingua, sia nel senso opposto, dell’azione della lingua sulla società e sui fatti sociali. In questo senso il rapporto tra lingua e parlante è un legame di tipo complementare e dialogico che può rivelarsi o manifestarsi anche come azione conflittuale, in quanto il linguaggio crea mondi di significato che possono imporsi anche sul parlante distorcendone la realtà. L’articolo mette in luce come nel caso specifico degli Hate speech, l’analisi non può concentrarsi sol-tanto sull’esito finale dell’azione linguistica offensiva, ma deve scomporre l’intero sistema di scelte che orientano l’atto linguistico.