Interpreting Reality through Irony to promote a Culture of Peace

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Chiara Carletti

Abstract

Il conflitto prende avvio da una differente, soggettiva e, apparentemente, inconciliabile lettura di una stessa realtà, contravvenendo così al terzo assioma della comunicazione, secondo cui le diverse interpretazioni di quanto accade nel reale, si creano e modificano in base al ruolo e al punto di vista di chi osserva. Ciò significa che la realtà non è solo una costruzione sociale, ma anche una costruzione soggettiva da parte di un individuo incapace di osservarla da altri punti di vista. Incidere su quei processi che portano un insieme di conoscenze a essere considerate come un dato autoevidente e oggettivo, potrebbe modificare la nostra percezione del mondo. Ciò, a livello pedagogico, implicherebbe una decostruzione della realtà e di quella cultura del conflitto che spesso domina in maniera clandestina e implicita i luoghi all’interno dei quali gli individui agiscono, in primis quelli della formazione, formale, non formale e informale. A partire da questi presupposti, nel presente lavoro verrà presentata la categoria pedagogica dell’ironia, intesa come un atteggiamento cognitivo e personale da introdurre nel processo formativo del soggetto per incidere sulla sua forma mentis, riabituandola alla messa in discussione, all’esercizio del dubbio, al decentramento e alla sospensione del giudizio. Atteggiamenti necessari a promuovere uno sguardo dialogico sul mondo, capace di riconoscere l’altro e percepirsi come noi.

Dettagli dell'articolo

Sezione
ExOrdium
Biografia autore

Chiara Carletti, Università di Firenze

Chiara Carletti (PhD) è Assegnista di ricerca  e cultrice della materia in Pedagogia dell’Adolescenza presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione e Psicologia dell'Università di Firenze. Ha conseguito il titolo di dottoressa di ricerca, con una tesi dal titolo "Il ruolo dell'ironia nella formazione dell'adolescente: verso un nuovo modello pedagogico per abitare la complessità e sostenere il cambiamento” nella stessa Università. È membro di diversi gruppi di ricerca, in progetti nazionali e internazionali e i suoi interessi scientifici riguardano principalmente l'approccio pedagogico allo sviluppo adolescenziale e le metodologie di intervento educativo, con particolare attenzione agli ambiti della formazione formale e non formale.

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