L’altra faccia del tempo. Finitudine, Educazione e Speranza

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Paola Martino

Abstract

La domanda sul senso dell’esistenza e della finitudine travalica i solchi riflessivi di un pensiero irrequieto filosoficamente e pedagogicamente equipaggiato. La messa in questione radicale sullo spazio di progettazione esistenziale al limite della morte è un’inquietudine comune, che con tempi e intensità differenti, accarezza l’esistenza di ciascuno. In una temperie culturale sempre più tendente ad anestetizzare e confinare, a pensare l’umana condizione oltre la finitudine, mediante la sua rimozione, è avvertita l’urgenza di centralizzare filosoficamente e pedagogicamente le scie di senso che la finitudine umana lascia baluginare.


L’uomo è l’essere che pensa la sua esistenza rapportandosi heideggerianamente con il non- più e il non-ancora, l’essere possibile che muore, a differenza dell’animale che perisce, in quanto incapace di anticipare con il pensiero questa fine. Il pensiero della morte, la capacità umana di meditare sulla vita a termine, è ciò che segna, come suggerisce Derrida, il confine tra l’educabile e l’ineducabile.


La morte, la presa in carico della fragile finitudine esistenziale, si traduce in termini pedagogici nella possibilità di esercitare un’intenzionale responsabilità etico-educativa. La problematizzazione della morte in termini pedagogico-educativi apre la possibilità di fare di quest’ultima una condizione capace di orientare la vita mediante una progettualità che assume il tempo del morire in una prospettiva di cura.


Il saggio si propone di analizzare le implicazioni pedagogico-educative della morte – espressione estrema della finitudine umana – e, al contempo, tenta di individuare una bussola pedagogica che possa orientare, lungo un percorso certo accidentato, verso quell’orizzonte, quella linea di confine mobile in cui vita e morte, esistenza e finitudine, senso e non-senso si ritrovano entro lo spettro della temporalità.  Muovendo dal mito di Prometeo, si tenterà di scommettere pedagogicamente su quella jabèsiana possibilità di fare altrimenti che è la speranza.


 


 


Parole chiave: finitudine, educazione, speranza, morte, pedagogia


 


 

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Sezione
Saggi