Giocare alla guerra fra stereotipi e rappresentazioni iconografiche. Lo studio delle fonti conservate presso l'Archivio Centrale di Stato

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Domenico Francesco Antonio Elia

Abstract

Il contributo indagherà su una fonte considerata solo recentemente negli studi storico-educativi, costituita dai marchi e dai modelli depositati presso l’Archivio Centrale di Stato (Meda 2016), collegati alla produzione e commercializzazione di giocattoli di ambito bellico nel secondo Novecento (Scarpellini 2001; Mattioni 2017). Giocattoli e attività ludiche, infatti, si presentano «come fonti ormai indispensabili per la ricerca storico-pedagogica, che si propone di riformulare l’indagine sui processi educativi e culturali e di avviare una rinnovata analisi critica degli immaginari adulti» (Montecchiani 2021, pp. 728-729). Del resto «“il gioco della guerra” è stato da sempre uno dei giochi preferiti dall’infanzia, in quanto ha sempre mantenuto inalterato nel tempo il carattere formativo (addestramento alla lotta) e iniziatico (rito di passaggio all’età adulta) a esso assegnato fin dalle società primitive» (Meda 2014, p. 64).

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Sezione
Saggi

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