Immagini d’infanzia nel fascismo tra cinema e libri di testo
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Abstract
L’articolo esamina la figurazione dell’infanzia attraverso un insieme eterogeneo di testi e immagini del periodo fascista.
Il corpus analizzato, che include documentari, film e libri scolastici dell’epoca costituisce una significativa fonte di strategie retoriche di rappresentazione della fascistizzazione dei bambini. Queste immagini, pur nei loro molteplici aspetti, appaiono come un osservatorio privilegiato per cogliere nell’icona del fanciullo «naturalmente fascista» il bersaglio d’elezione per la diffusione ideologica e per il consolidamento dell’egemonia di regime. Coraggio fisico, forza muscolare, amore per la vita militare, spirito di sacrificio, disciplina, ma anche distinzione fra l’infanzia femminile e quella maschile, mostrano un coinvolgimento attivo e profondo delle nuove generazioni nel sistema di valori su cui era basata la dittatura. Al fine di conquistare l’immaginario infantile, prima condizione per garantire il carattere integrale del controllo e la sua proiezione verso il futuro, l’infanzia era sapientemente raffigurata non solo come categoria biologica e sociologica, ma anche come categoria politica e funzionale alla nazionalizzazione del popolo.