L'irriducibilità dei disturbi alimentari maschili. Uno sguardo sull'intersezione genere e cultura

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Antonio Raimondo Di Grigoli

Abstract

Per diverso tempo, lo stereotipo della perfezione fisica è stato associato all’universo femminile, sebbene oggi sia sempre più evidente quanto l’attrazione verso un modello corporeo esemplare costituisca una vera e propria ossessione anche per la popolazione maschile, non meno interessata, rispetto alla controparte femminile, nei disagi causati dai principali disturbi alimentari.


Il DSM-V classica la vigoressia nella sfera dei “Disturbi Evitanti/Restrittivi dell’assunzione di cibo” e la riconosce, pertanto, tra i disturbi dismorfofobici che spingono i ragazzi e i giovani uomini a condurre uno stile di vita basato sul costante esercizio fisico, con l’obiettivo di aumentare la propria massa muscolare. Ciò trova la sua origine soprattutto nel nostro sistema socioculturale che per secoli ha privilegiato un modello di mascolinità binario, fondato essenzialmente su una concezione iper-virile della realtà maschile.


Il lavoro propone, quindi, una messa a fuoco della rappresentazione dei corpi degli adolescenti maschi e della loro immagine corporea vincolata alle norme sociali della mascolinità, con un’attenzione specifica rivolta ai DCA, letti con la lente della pedagogia di genere. L’obiettivo è di motivare una riflessione sul rapporto che intercorre tra le norme di genere e il corpo maschile, proponendo inoltre la promozione di un empowerment degli adolescenti volto alla riscoperta di un sé libero dagli stereotipi.

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Sezione
ExOrdium

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