Educare all'atto creativo del dono tra gratuità e legame

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Roberto Travaglini

Abstract

La pratica del dono, osservata per mezzo di un modello interpretativo in grado di integrare la sfera utilitaristica (individuale) dell'atto di donare con la concezione del dono quale espressione culturale ed antropologica finalizzata a costruire reti di relazioni (comunità), oltre a permettere di scorgere manifestazioni concrete in tal senso nella società occidentale contemporanea (il volontariato ne è un esempio), solleva interrogativi circa la natura stessa della relazione che si viene a creare tra chi dona e il destinatario di questo atto, riportando la questione sul piano educativo e pedagogico, dal momento che ci si chiede quali siano i modelli teorico-empirici di riferimento in grado di nutrire e sostenere il paradigma del dono. 


Il richiamo alla cultura giapponese con il concetto di mushotoku, in linea con l'Essere di E. Fromm,ma soprattutto gli studi etno-antropologici di Marcel Mauss ci permettono di ipotizzare una creatività del dono, da un punto di vista pedagogico, dove il libero atto di donare e di stabilire una relazione con l'altro rappresentano gesti autorealizzativi e creativi (Maslow), espressione di un più generale atteggiamento di apertura nei confronti dell'Altro e dell'ambiente circostante. L'oggetto donato e ricevuto sembra dunque possedere, oltre a un valore materiale, un significato sottile capace di sostenere la relazione tra donatore e ricevente in un processo circolare e ricorsivo, il cui obiettivo non è l'equilibrio (estinzione del debito), ma la costruzione di un legame di natura morale.

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Sezione
Saggi

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