Quando l'estraneo diventa nemico
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Abstract
I discorsi d’odio che attraversano e perturbano il dibattito in Rete e sui media interrogano e scomodano in realtà un’istanza profonda dell’umano: la paura dell’estraneo come volto e rappresentazione di tutto ciò che non appartiene al proprio immediato orizzonte conoscitivo e relazionale. La riflessione filosofica si è interrogata spesso, soprattutto nel corso del Novecento, sulle condizioni di esistenza di un’alterità negata o differita o calpestata che sembra caratterizzare la contemporaneità e che spesso conduce verso una povertà linguistica, morale, spirituale e persino democratica, veicolando razzismi e rinnovate xenofobie come nuove parole d’ordine di un logos interrotto nella sua dinamica dia-logica e umanamente fertile. L’articolo vuole indagare alcuni momenti di questa riflessione filosofica cercando di coniugare gesto filosofico e gesto pedagogico nella relazionalità contemporanea e digitale.