Quale orientamento "al lavoro" nell'epoca delle grandi contraddizioni?

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Miriam Bassi

Abstract

La fiducia tra lavoratore e organizzazione, storicamente fondata sulla stabilità e sulla durata del rapporto di lavoro, è stata esposta a una grande vulnerabilità soprattutto nell'epoca post-pandemica portando alla comparsa dei fenomeni del quiet quitting e della great resignation. Fenomeni, quelli appena citati, che si inseriscono in uno scenario già contrassegnato da disoccupazione e precarietà, ricoprendo una posizione quasi antitetica. L’attenzione che l’orientamento ha conquistato negli ultimi anni, a livello normativo oltre che pedagogico, si configura come un’inedita occasione di riflessione rispetto alla teoria e alla prassi pedagogica sul tema. Tale riflessione, non può che prendere le mosse dalla centralità che ricoprono i processi orientativi sin dai primi anni di vita, passando per l’adultità, fino alla vecchiaia, nel sostenere e promuovere una nuova pensabilità del lavoro e del soggetto e nuovi equilibri che da una parte riconoscano i bisogni del singolo e dall’altra garantiscano lo sviluppo di organizzazioni sostenibili.

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Sezione
ExOrdium

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