La presenza ritrovata foriera di aperura al futuro: spunti per una pedagogia della resistenza
Contenuto principale dell'articolo
Abstract
Forse il dono più grande del periodo post-pandemico che ci troviamo a vivere è il recupero di una presenza che prima davamo per scontata, non mediata esclusivamente dallo schermo dei nostri strumenti digitali. Si ritorna gradualmente ‘in presenza’: a scuola, al lavoro, in palestra, al ristorante. Occorre però fare i conti con quello che abbiamo vissuto, con la crisi che abbiamo attraversato ed in particolare dare valore educativo a questa dimensione ‘ritrovata’, si auspica definitivamente. A tal proposito ci si soffermerà sull’opportunità, quanto mai attuale, di promuovere, in chiave problematicista, modelli educativi che, come quelli che si ispirano alla pedagogia contemplativa, lavorano non solo sulla qualità della presenza nel qui-ed-ora, un tempo costitutivamente dialogico finalmente ritrovato, un tempo da nutrire di senso di vita e di bellezza, ma che altresì educhino, focalizzandosi sulle capacità di risolvere, eticamente, i problemi individuali, sociali, collettivi, ad una proiezione responsabile verso il futuro.