Soggettività ibride tra umano e non umano
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Abstract
Rifacendosi alla figura del Cyborg e ai processi di ibridazione che essa richiama (Haraway, 1995), l’articolo intende evidenziare l’opportunità per la pedagogia di un ripensamento critico e creativo delle soggettività umane e di riposizionamento della stessa nel dialogo con le altre scienze. L’ipotesi qui discussa è che l’identità del soggetto sia l’esito di una storia vitale di accoppiamento strutturale per la quale il cervello non è indipendente dalla struttura dell’esperienza corporea (Varela, Thompson, Rosch, 1992). In tal senso la corporeità umana e il mondo prodotto (enacted) dalle storie di accoppiamento corpo/mente, riflettono solo una delle molte traiettorie evolutive possibili (Varela, 1992) dell’intra-azione tra umano e non umano. Pensare le soggettività come non unitarie (Braidotti, 2019), articolate (Haraway, 2019) incarnate e integrate (Braidotti, 2014), incapaci di vivere, se non nella loro radicale materialità e complicità, con i regimi tecnologici (Braidotti, 2014) richiede anche al sapere pedagogico di collocarsi criticamente.