La bellezza non ha causa. Esiste. Riflessioni pedagogiche sull’esperienza del bello attraverso libri e immagini

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Viviana La Rosa

Abstract

Come suggerisce Emily Dickinson, la bellezza non ha causa. Esiste. Spetta a noi saperne inseguire le tracce anche nei contesti più imprevisti e nelle situazioni più difficili. Nel tempo fragile che la pandemia ha imposto, ricercare la bellezza negli spazi di vita che ci è dato di abitare è divenuto imperativo pedagogico, imprescindibile condizione di sopravvivenza alla paura e alla solitudine. Tra le piste percorribili, l’immersione nelle storie appare via privilegiata per ricongiungersi al bello, per sperimentarne l’esistenza (seppur in forma mediata) attraverso i mondi di carta attraversati. Le storie sono infatti “simulatori di volo” (K. Oatley), ci consentono di “vivere esperienze forti rimanendo vivi” (Gottschall), di sperimentare in sicurezza l’esperienza del perturbante, dell’unheimliche (Freud), di accogliere la bellezza pur in condizioni di isolamento e immobilità. In questa prospettiva, il saggio intende esplorare il potenziale dell’educazione alla lettura quale via strategica per nutrire occasioni inedite di incontro con il bello, per allenare lo sguardo a ricercare l’esistenza della bellezza tra le righe delle pagine e nella profondità delle immagini, occasione altresì per accedere al potenziale generativo dell’unheimliche e della “bellezza collaterale” che ne deriva.

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Sezione
Saggi

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