L'Atelier di Pedagogia dell'Emergenza: il caso Afghanistan. Una prima prassi di engagement sociale a partire dalle voci dei protagonisti.

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Giuseppe Annacontini
Anna Paola Paiano
Elena Zizioli
Alessandro Vaccarelli

Abstract

L’articolo presenta il primo di una serie di “Atelier di pedagogia dell’emergenza” organizzato dall’Università del Salento con la collaborazione dell’Università Roma Tre e dell’Università dell’Aquila e con la partecipazione del fondatore della ONG PenPath operativa in Afghanistan e da qui collegato. L’iniziativa è stata realizzata per proporre e verificare l’efficacia e la funzionalità di un format pensato nel contesto del gruppo di lavoro sulla Pedagogia dell’emergenza della Siped. L’iniziativa ha inteso integrare la dimensione più tradizionalmente seminariale di approfondimento e divulgazione di tematiche educative con quella dell’apertura di uno spazio-tempo di contatto diretto e vivo con i soggetti e le realtà in emergenza. Grazie al loro intervento diretto si è inteso focalizzare specifiche tematiche che, particolarmente sentite nel contesto in emergenza, sono però di rilevante interesse generale. Tre, dunque, i passaggi centrali del presente contributo: 1) la precisazione, nel paragrafo 1, dell’orizzonte formale (le lenti) con le quali guardare il fenomeno oggetto dell’Atelier in more pedagogico e, dunque, la precisazione dell’opportunità di pensare e impegnarsi in un campo di riflessione e pratica pedagogica intitolato specificatamente all’emergenza; 2) la definizione, nel paragrafo 2, di un modello rivedibile e implementabile per la realizzazione dell’incontro dove centrali sono la presenza di  testimonianze, documentazioni, spaccati di vita in emergenza, non meno che l’attivazione di sistemi di monitoraggio dell'esperienza da parte degli utenti finali; 3) la centratura, a partire anche dal quadro istituzionale di azione dei testimoni privilegiati (paragrafo 3), di focalizzate tematiche (questioni di genere ed educazione delle bambine) di particolare rilievo non solo per il contesto ospitato ma anche, per trasposizione, per realtà a noi più prossime (paragrafo 4) e comunque non estranee alle questioni trattate per lo specifico contesto in emergenza.

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Sezione
Buone Prassi

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